venerdì 28 novembre 2008

Ragionamento giusto secondo voi?

Per certe persone conta molto il rapporto con gli altri, ciò che gli altri pensano di loro, e vi si concentrano più di altri...perciò ce la mettono tutta per esser buoni con gli altri, per essere sempre disponibili, per trovare un compromesso, talvolta sacrificandosi...qualsiasi cosa facciano sono spinti dalle migliori delle intenzioni, ovvero, escusate l'influenza giuridica, "secondo buona fede"...ma nonstante ciò si creano incomprensioni, malintesi più o meno grandi...quello che mi chiedo, più che altro ne chiedo conferma: nonostante tutti gli sforzi ci sarà sempre qualcuno a cui sei indifferente, a cui resterai sulle scatole, che non ti può vedere o che addirittura ti detesta? Insomma: a parte Gandhi e Madre Teresa...tutti noi abbiamo una persona che non ci sopporta o addirittura un acerrimo nemico anche se non faremmo male neppure a una mosca (le zanzare si perchè sono piùttosto fastidiose ihih)? O è proprio questo atteggiamento che rende una persona antipatica? Attendo i vostri pensieri in proposito...
Presidentessa.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara presidentessa
è un ragionamento giustissimo! purtroppo ad essere troppo buoni si prende sempre in tasca e con questo non voglio dire che si debba essere tutti stronzi, sennò il mondo sarebbe ancora più schifoso di quanto lo è già, solo che ogni tanto bisognerebbe mandare a cacare chi se lo merita!
Cominciamo a fare così..almeno chi se ne approfitta gli passerebbe la voglia! Ovvia!!!

Anonimo ha detto...

Ahahah...si in effetti...poi va trovato il giusto confine tra esser buoni ed esser leccaculo: parlo riferito ad una mia vecchia amica mia (che ora non vedo e non sento +) che per fare la migliore amica di tutti alla fine...non è rimasta + amica di nessuno!!! Ogni tanto qualche vaffa ci vuole ma credo che sia nella natura di certe persone essere "buone" perchè far star bene gli altri fa stare bene anche loro stesse (credo sia il tuo caso manager o sbaglio???) beso

Anonimo ha detto...

Scomodare il 1175 c.c. (in combinato disposto con il 1375 per le relazioni contrattual-sentimentali) è forse troppo... La correttezza dovrebbe far parte di ogni relazione umana.
Quello che pensano gli altri non interseca l'utonomia individuale di ciascuno di noi (e qui, correggimi Stefania se sbaglio, potremmo scorgere un'analogia con il 1322) intesa come relativa al rapporto tra se stessi ed i propri comportamenti.
Ma credo che si stia parlando più di problemi di donne che di uomini, con ciò violando l'art. 3 Cost.
La conseguenza è la rimessione della questione davanti alla Corte Costituzionale della propria coscienza, la quale soltanto può valutare la legittimità delle proprie azioni (con ciò determinando un conflitto di competenza con i propri sentimenti (in senso lato)).
Con questo commento spero di aver fatto contente sia Stefania per i paragoni giuridici, che Laura che aveva richiesto commenti.
Christian